Belle Tette Schizzano del latte in bocca aperta

Come promesso il gran finale!

Mamma prese dalla culla la mia sorellina, naturalmente dormiva ancora e non aveva per niente voglia di farsi un’altra mangiata, al contrario di me che non aspettavo altro!
Nel frattempo il mio coso era tornato a riposo, nonostante fossi eccitato, la natura aveva fatto il suo corso e la fatica del mega segone si era fatto sentire.
Mia madre aveva rimesso a letto la bambina, si vedeva che era ancora infoiata e cominciò ad agire per sedurmi, ormai era fuori controllo.
Ah, peccato che la tua sorellina non abbia fatto la sua poppata, non sai quanto stò soffrendo, durante la gravidanza le tette si riempiono all’inverosimile di latte fino quasi a scoppiare! Me le sento pesanti e dure, mi fanno proprio male”.
E mentre diceva questo se le toccava e soppesava. Non potevo non cedere a quella provocazione e così dissi a mamma che potevo pensarci io:
Mamma se vuoi posso fare io la poppata, come quando ero piccolino, mi piacerebbe provare da adulto un’esperienza che ormai non ricordo più, non è una cosa che capita a tutti di avere la possibilità di rivivere certe emozioni!
Davvero faresti questo per la tua mammina? Sarebbe una vera liberazione, non sai come sono contenta!
Ci mettemmo sul divano e mia madre cacciò fuori dal reggiseno una delle sue tette e con l’altra mano spinse la mia testa verso il capezzolone. La capocchia era durissima, provai a stringere attorno delicatamente le mie labbra e cominciai a sentirla bagnata, le prime gocce di latte stavano uscendo. Nel frattempo mamma tirò fuori l’altra tetta, io succhiai con più vigore e il liquido lattiginoso cominciò ad uscire più copioso.
Com’è caldo e dolce il tuo latte mamma, davvero delizioso!
Poppa, poppa figlio mio, tieni bevi anche da qui!
E mi porse l’altro seno da succhiare e, mentre lo facevo, con l’altra mano tintillavo il capezzolo di quello precendente, facendo uscire ogni tanto degli schizzi. Mia madre cominciava ad ansimare e io ci misi del mio usando la lingua sui cappezzoli, non mi limitavo più a succhiare, ma a stuzzicare le sue estremità.
Il cazzo aveva ripreso vigore e svettava prepotentemente attraverso la stoffa della tuta, lasciando ben poca immaginazione. Qui mamma fece la sua mossa definitiva, cominciando ad accarezzare con la sua mano le mie parti sensibili:
Vedo che anche tu hai dei rigonfiamenti che hanno bisogno di essere scaricati…
e mentre lo diceva mi abbassava di botto la parte superiore del pantalone facendo balzare fuori il mio cazzone, che vibrò un bel po’ prima di fermarsi oscenamente in verticale. Mamma lo accarezzo per tutta la sua lunghezza e poi si soffermò sulle palle:
Senti come sono gonfie e piene, quasi come lo erano i miei seni, adesso figlio mio ci penso io a liberarti da questo peso, tu mi hai munto come una vacca e adesso io mungerò il mio toro e berrò tutto il tuo latte!
Dopo quelle parole penso che il mio uccello sia cresciuto di un paio di centimetri! Niente operazioni o metodi poco ortodossi per l’allungamento del pene, ma una semplice frase ad effetto detta dalla propria madre!
Io succhiavo le tette di mamma e lei mi sparava la più lenta delle seghe, finché:
Adesso basta, è il mio turno di succhiare, voglio proprio sentire che sapore hai!
Mi staccai dai suoi enormi seni rammaricato e allo stesso tempo inebriato per il trattamento che da lì a poco avrebbe avuto il mio pisellone.
Mamma non fece complimenti, lo imboccò immediatamente nel più rumoroso dei pompini, ricco di copiosa saliva. Dopo qualche minuto si mise ad ammirare il mio bastone umido e cominciò il suo lavoro estenuante di lingua con cui si riprendeva in bocca tutta la saliva tirata fuori prima. Poi si soffermò sui coglioni, li ingoiava per poi leccarli tutti, dandomi una strana sensazione, tra il dolore e il piacere… rilsalì e picchiettò con la la lingua il filetto del glande, per poi circunnavigarlo freneticamente. Dopo un paio di minuti usò le sue mani per strizzarlo e far fuoriuscire le prime gocce di liquido preseminale, ne fece uscire un bel grumo grosso, prima di slinguarlo con ingordigia, schioccando la bocca e facendo un bel mmmmh, per dimostrare quanto ne apprezzasse il sapore.
Approfittai della mia inaspettata resistenza per chiedere:
Mamma, vorrei tanto che mi facessi la spagnola al latte!
Brutto sporcaccione! come fai a conoscere la mia pratica segreta? Hai spiato me e tuo padre mentre scopavamo?
Più che spiare, vi ho ascoltato, non sai quante seghe mi sono sparato! Ho sentito papà che parlava di questa cosa e da allora mi è salita una curiosità enorme su questa pratica sessuale
Adesso ti accontento figlio mio, infila tra le tette il tuo cazzone e ti faccio vedere!
Non me lo feci ripetere due volte, mamma si sdraiò sul divano e io mi posizionai sopra di lei infilandole il pene tra i suoi enormi seni, lei li schiacciò uno contro l’altro, rendendo il passaggio strettissimo. Cominciai a muovermi ritmicamente nella più classica delle spagnole, quando iniziò il vero spettacolo. Mentre mia madre stringeva le tette, si stuzzicava con la punta del pollice e dell’indice i capezzoli, facendo uscire le prime gocce di latte, che finivano inevitabilmente tra i due solchi, andando a lubrificare il su e giù del mio cazzo. Ogni tanto aumentava lo strizzamento e gli schizzi di latte arrivavano a colpirmi il torace, il liquido bianco aumentava, ma essendo appiccicaticcio mi creava una sensazione strana, più andavo avanti e più il mio pisello cambiava colore, stava diventando bianco, il latte si stava trasformando in solido, lo sfregamento continuo aveva creato una patina che lo ricopriva tutto.
Allora che ne dici? Ti piace la spagnola al latte? Hai visto come il tuo cazzo si è trasformato in un dolcetto? un bel cannolo tutto da mangiare, crema compresa!
E così dicendo lo tolse dalle tette e cominciò a leccarlo tutto, a morderlo pulendolo tutto.
Mamma vuole la tua crema, che aspetti a farmela assaggiare?
Il mio cazzo non ne vuole sapere di venire, che ne dici se ti scopo un po‘”
Non mi tiro certo indietro, ho una voglia matta di sentirmi una mazza di carne vera in fica!
Non me lo feci ripetere due volte e la infilzai subito, lei era un lago, mentre pompavo uscivano umori a iosa, se devo dire la verità il suo ficone peloso mi sembrava fin troppo largo, stavo provando meno piacere di prima, così mi venne naturale fare un passo successivo:
Sai mamma, ti vorrei tanto inculare, penso ti manchi un bel cazzo vero anche nel deretano, non è vero?
Abbiamo fatto 30, facciamo 31! Incula pure la tua mamma, che c’ha tanta voglia di godere
La feci girare e verificai con la punta del cazzo l’apertura anale, ma mia madre evidentemente non aveva nessuna remora, perché spinse il suo maestoso culo verso il mio bacino facendo entrare tutto e subito, per poi dimenarsi. Io ero praticamente rimasto fermo e lei dettava il ritmo, adesso si che godevo! Certo anche quel buco si sentiva che era stato profanato parecchio, però era stretto al punto giusto! Quando mamma rallentò il ritmo capì che era venuto il mio turno, le presi con le mani i fianchi e cominciai a pompare veloce, finalmente sentivo che a breve sarebbe arrivato il mio turno di godere, mentre avevo ormai perso il conto degli orgasmi di mia madre. Iniziai a pistonare a velocità inaudita, mamma gridò come mai avevo sentito prima una donna fare e poi toccò a me lanciare l’urlo della goduria:
Vengoooooooo! Ti faccio un clistere di sborra mamma!!!
Siiiiiiiii, sento l’intestino riscaldarsi per quanto sperma mi stai sparando dentro!
Uscì dal suo culo con un rumoroso “Flop”, il mio pisellone ormai stanco si stava ritirando, mentre quella porca di mamma mi disse:
presto, prendi la tazza dove faccio colazione
Gliela porsi e lei la mise all’altezza del suo culo e da lì cominciò a pisciare fuori la mia sborra, ne avevo fatta davvero tanta. Mamma si passo la lingua sulle labbra prima di portarsi alla bocca il tazzone e mandare tutto giù in un baleno! Che troia!
Buono il tuo latte, era da troppo tempo che non mandavo giù dell’ottimo sperma!
Mamma te lo devo proprio dire, sei proprio una porca in calore!
Guarda che io mi so contenere, è colpa di tuo padre, è assente da troppo tempo e io ho le mie esigenze sessuali da appagare! Comunque ci voleva proprio, adesso sono più appagata e tranquilla! Su sistemiamoci, così mangiamo qualcosa”.
Mentre mamma si ricomponeva qualcuno suonò alla porta, ci guardammo in faccia sorpresi, chi mai poteva essere alle otto di sera? Andammo ad aprire e c’era un tipo vestito da Babbo Natale, questo vuole soldi pensai, ma poi la persona scoppiò a ridere:
Non posso resistere, non avete idea delle facce che avete!!!
Che mi prendesse un colpo! Era papà, ci aveva fatto una sorpresa! Lo abbracciammo forte forte, mamma quasi piangeva dalla contentezza, io forse un po’ meno…
Vado a prendere i regali dalla macchina, voi preparatevi che poi usciamo a cenare tutti insieme.
Guardai mamma e le dissi che oggi era proprio fortunata, perché avrebbe aggiunto altri orgasmi alla giornata. La risposta mi alzò parecchio il morale (e non solo quello…), calato un po’ giù: “e tu porcellino mio potrai continuare a spiarci, ma mentre ti seghi non venire, al momento giusto verrò da te a dissetarmi, niente deve più andar sprecato…

Spero il racconto vi sia piaciuto, in attesa del prossimo (la professoressa in calore), vi lascio con altre immagini di seni al latte che avevo selezionato:

Negrona munge il latte contenuto nelle sue enormi tetteDonna riempie un bicchiere di latte alla spina dal suo seno
Mega Schizzata di latte dalle poppeCapezzoli sparano getto di latte dritto sulla videocamera

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