La Professoressa in Calore, Episodio 2

Seconda parte delle avventure della nostra professoressa in calore, inizia la scuola e questa volta le cose cominciano a diventare interessanti:

Quest’anno per andare a lavoro non avrei piĂą utilizzato l’automobile, finalmente la linea tram elettrica era stata ultimata e mi sarei risparmiati i 45 minuti di sofferenza del traffico in cambio di soli 20 minuti scarsi. Avevo giĂ  fatto le prime corse test e viaggiare col nuovo mezzo era un amore, aria condizionata funzionante, veloce, puntuale e sopratutto un orario scolastico favoloso, con un mezzo ogni 5 minuti, fare tardi era impossibile. Ero così convinta che avevo fatto direttamente l’abbonamento annuale, vincendo ogni mia solita diffidenza nelle cose.
La scuola finalmente iniziò, ero molto nervosa, ma tutto filò liscio: in tram pochissima gente e tanti posti a sedere, alunni tranquilli, praticamente dei bambini, avevo l’impressione che negli anni, i ragazzi del biennio sembrassero sempre piĂą piccoli, come se la maturitĂ  tardasse ad arrivare sempre piĂą tardi. Tornando al resto, nessuna distrazione sessuale, i professori maschi erano tutti da etĂ  di pensione, solo le donne erano piĂą giovani, ma non mi creavano nessun disagio. Anche gli altri operatori scolastici e i bidelli non mi davano problemi, quindi tutto ok. Al ritorno però ogni tanto capitava qualcosa che stuzzicasse la mia fantasia e arrivavo a casa bella carica, ma di scopare niente da fare, mio marito tornava piĂą tardi e distrutto! Purtroppo la sua scuola era molto lontana, quindi doveva andare in macchina, svegliarsi prima di me e, a causa del traffico, avere un ritorno a casa da incubo!
Ci pensavano i miei vibratori a calmarmi e la scopata del sabato era una bella variazione sul tema, anche se ormai non mi bastava mai.
Tutto proseguiva in questa specie di normalitĂ , quando un lunedì, a causa del cambio dell’ora feci tardi, avevo dimenticato infatti di regolare la sveglia al nuovo orario ed ero terribilmente in ritardo. Ad essere sinceri forse esagero, visto che io ero abituata ad essere a scuola quasi un’ora prima, in questo caso sarei arrivata praticamente ad inizio lezioni. Quella mattina feci tutto di fretta, mi vestii con le prime cose che mi capitarono per le mani e corsi a prendere il tram. Mamma mia quanto era pieno! Era quasi impossibile entrare, una marea di studenti e i pendolari avevano occupato ogni posto a sedere e quasi tutti gli spazi calpestabili. Decisi che non era il caso di entrare e aspettai quello successivo. L’arrivo sulla banchina di altre persone non era di buon auspicio, arrivò anche un altro gruppo di studenti piĂą grandi, tutti in tuta da ginnastica, probabilmente erano quelli di quinta che il lunedì avevano le due ore iniziali di educazione fisica (mentre il venerdì le ultime due). Arrivò il tram e anche questo era bello pieno, forse un po’ meno del precedente, ma non mi lasciava molte speranze. All’apertura delle porte i ragazzi di quinta cominciarono spingere con fermezza per entrare e decisi di accodarmi a loro per sfruttarne la breccia. Riuscii ad entrare, ma eravamo tutti attaccati come sogliole, vedendomi alla ricerca di un appiglio, uno dei ragazzi mi disse di non preoccuparmi, “siamo come i pezzi del Tetris”, finchĂ© non esce qualcuno, non c’è il rischio di cadere. Avevo su tutti i lati 4 dei 6 studenti in tuta, tutti con lo sguardo diretto a me. Cominciai a fare caso a come ero vestita: non portavo scarpe con il tacco, ma delle ballerine, queste mi rendevano piĂą bassa rispetto alle pertiche che avevo di fronte, poi avevo indossato dei jeans e una maglietta molto scollata senza reggiseno e i miei giovani compagni potevano ammirare, dall’alto della loro statura, uno splendido paesaggio! Non che io sia una maggiorata, ma la mia terza abbondante ha ancora una sua appetibilitĂ , soprattutto per ragazzi con gli ormoni a mille come quelli che avevo intorno. Il ritmo del tram dava il colpo di grazia: da un lato le mie tette ballonzolavano in maniera eccitante, dall’altro il continuo sfregarsi con chi si aveva accanto cominciava ad avere effetto. Non ci volle molto a sentire qualcosa che “cresceva”… su tutti e quattro i lati qualcosa spingeva, si sentiva piĂą davanti e dietro, ma se frontalmente il ragazzo quando poteva cercava di allontanarsi per non farmi notare la sua erezione, posteriormente non avveniva affatto, probabile non ci fosse lo spazio, fatto sta che praticamente avevo un cazzo poggiato sul culo che spingeva sempre di piĂą, tanto che pensavo che la mia o la sua stoffa non avrebbero retto. Il movimento sussultorio del tram non faceva che aumentare il senso si eccitazione, sia a lui che a me stessa, ormai la mia fica cominciava a surriscaldarsi e a emettere umori. Alla terz’ultima fermata del tram, per quanto fosse possibile, entrò dell’altra gente e la spinta ci fece stringere ancora di piĂą. Il ragazzo che mi stava davanti non riuscì a fare da barriera e mi si spinse addosso facendomi cadere la borsa. Adesso avevo due cazzi durissimi che mi fiocinavano, uno di fronte e uno di dietro e dovevo riprendere ciò che mi era caduto in terra. Ero un po’ titubante sul da farsi, ma alla fine mandai al diavolo tutte le remore e mi abbassai per recuperare la borsa. Il pisello del giovane studente che avevo di fronte però finì per inserirsi nella mia t-shirt, venendo a contatto con le mie tette, quasi a simulare una spagnola, certo, lui ce lo aveva ancora nella tuta e nelle mutande, però sempre sulle mio seno era! Recuperai la borsa e mi rialzai di scatto, il ragazzo era paonazzo in viso, forse l’ultimo episodio doveva aver fatto traboccare il vaso. Ebbi la conferma dal suo esile equilibrio sulle gambe avvenuto subito dopo e ne fui sicura all’uscita dal tram una volta giunsi a destinazione: si era sborrato nelle mutande! All’uscita ebbi modo di sentire chiaramente i ragazzi dire che si sarebbero sparata una sega nei bagni della scuola, ridacchiando sul fatto che il loro compagno invece aveva giĂ  dato! Io non fui da meno, quando arrivai al lavoro, entrai immediatamente nel bagno dei professori e mi feci un ditale da sogno, che bella goduta! Quel giorno passai una bella giornata ricca di soddisfazioni e riuscii a scoparmi pure mio marito!
I giorni seguenti furono piĂą tranquilli, essendo in orario non mi capitò piĂą una situazione simile. Ogni tanto mi accadeva di incontrare uno dei ragazzi che magari riusciva a fare piĂą presto, ma non essendoci nessuna calca in tram, non succedeva niente di eccitante, finchĂ© un giorno non mi capitò di dover sostituire una collega nella classe 5H…

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