Professoressa in calore 4

Sono passati piĂą di 20 giorni dall’ultimo episodio della nostra calda professoressa, quindi passiamo subito a vedere come continua il nostro raccontino piccante:

Dovevo tenere sotto controllo la bidella, chi sa quante porcherie combinava per la scuola ed ero molto curiosa di scoprire qualche altra situazione piccante. In passato mi ero accorta di alcune cose strane, ma non ci ho mai badato troppo, alle volte la vedevo dare delle chiavi, sia ad alunni che professori, durante una riunione pomeridiana mi sembra di ricordare che anche dei genitori avessero avuto a che fare con la consegna di una chiave, probabile ci sia di mezzo qualche armadietto della sala di educazione fisica e non situazioni scabrose.
Il giorno dopo fu tutto tranquillo, il seguente era sabato e volevo provare con mio marito qualcosa di diverso, volevo vedere anche lui schizzare, ma non sapevo come fare, mi vergognavo a fare delle richieste esplicite. Cercavo di farmi venire in mente qualcosa, ma alla fine non trovai nessuno stratagemma, volevo però assaggiare la sua sborra, così prima di fare sesso, con la scusa di un problema intimo vaginale, gli ho chiesto di indossare un preservativo. Non lo avessi mai fatto!! Non voleva scoparmi per non irritare la zona, ho dovuto lottare per farlo cedere e alla fine sono riuscita a convincerlo… devo dire che questa volta la sua prestazione fu molto migliore, un po’ il preservativo, grazie al quale c’è stato un prolungamento della prestazione e il sapere della mia indisposizione lo ha fatto operare con piĂą tranquillitĂ , senza farlo forzare troppo e venire prima.
Una volta uscito dalla fica, l’ho anticipato subito per evitare che facesse disastri e gli ho tolto il profilattico, sono andata in bagno e mi sono sparato un ditale per concludere la serata. Ogni tanto portavo alla bocca il preservativo per assaporare gli umori di mio marito, purtroppo lo sperma aveva perso consistenza, era molto liquido, diverso da quello che avevo visto e toccato sul banco di scuola, anche il sapore non mi diceva niente, praticamente un completo disastro, l’eccitazione c’era, ma mancava il gusto del peccato. Purtroppo non vedevo una soluzione, forse per questo le coppie ad un certo punto finiscono per tradirsi, perché insieme non riescono più a essere complici.
La settimana seguente cominciava moscia, niente di interessante, provavo a tenere d’occhio la bidella durante la pausa pranzo, ma non successe nulla, neanche una chiave scambiata questa volta. Meno male che qualcosa di interessante l’ultimo giorno accadde, proprio alla fine, nel tram mentre tornavo a casa, accanto a me si trovava in piedi un ragazzo che aveva un’enorme cartella, quella che si usa per i disegni. L’attrazione fu dovuta ai pantaloni, perchĂ© era una tuta, dopo la prima esperienza, ogni volta che vedevo qualcuno indossarla mi faceva venire un colpo al cuore e uno alla figa! Non so perchĂ© fosse in piedi, il tram era praticamente semivuoto, io ero seduta all’ultima sedia della carrozza e di fronte a me c’erano solo due persone. Ho guardato in alto e chi riconosco? Era il ragazzo che avevo fatto venire nelle mutande, proprio lui e subito ha spostato lo sguardo da un’altra parte! Il porcellino stava sbirciando nella mia scollatura, per questo voleva stare in alto, non gli era bastata la lezione dell’ultima volta con le mie tette! Certo non so cosa riuscisse mai a vedere, non ero vestita in modo da evidenziare il mio seno, ma mi sentivo buona e volevo dargli corda, così mi sono slacciata il soprabito per rendere piĂą aperto il davanti e piano piano, ho cominciato a slacciare un paio di bottoni della camicia. Adesso si che le tette erano bene in mostra e dall’alto si poteva ammirare un bel panorama e faceva anche effetto! Se lui guardava il mio seno, io guardavo il suo pacco! E qualcosa era cresciuto lĂ  dentro… Apro la borsa e prendo il blocco notes e ci scrivo sopra di cambiare posizione alla sua cartella, in modo da coprire le sue vergogne. Appena capisce che il messsaggio è per lui e lo legge diventa rossissimo e si copre come suggerito. Poi gli scrivo “e adesso tiratelo fuori e menatelo con la mano libera!” Quasi sviene quando finisce di leggerlo… non lo farĂ  mai, allora decido di fare io il primo passo, grazie alla posizione della cartella, che è davvero ingombrante, anch’io vengo nascosta, quindi tiro fuori le tette e scrivo: “adesso tocca a te!” Il suo cazzo è in piena erezione, ma sempre nascosto nella tuta, è troppo timido, non ha proprio il coraggio… allungo la mano e comincio a massaggiarlo attraverso la stoffa e lui sempre piĂą rosso, comincia a sudare. Gli scrivo: “Allora me lo fai vedere o ci devo pensare io?” Finalmente cede e con timidezza lo tira fuori, è davvero un bel arnese, completamente scappellato. Altro biglietto: “Adesso menatelo, se no scoppia come l’altra volta”. Cerca di farlo, ma è molto impacciato, non riesce a tenere bene la cartella con l’altra mano. Decido di intervenire, allungo la mia di mano e comincio a segarlo con passione, però devo averci messo troppa foga o semplicemente lui era arrivato giĂ  al culmine dell’eccitazione, perchĂ© dalla punta del cazzo son partite una dietro l’altra delle gran bordate di schizzi di sborra! Gran parte mi era finita sui capelli, qualcosa in faccia, mi apprestai a scrivere subito: “non preoccuparti, metti a posto il tuo fratellino e fai finta di fare piĂą starnuti in continuazione.” Era bravo a imitare lo starnuto, io nel frattempo con le dita avevo raccolto un po’ di sperma per assaggiarlo, la mia fica era in fiamme, ma dovevo aspettare di arrivare a casa. Poi cominciai la farsa: “Ma cavolo! Stati attento, mi hai starnutito addosso, mi hai sporcato, dammi dei fazzoletti suvvia!” La signora di fronte a me fece la gentile e mi passò dalla sua borsa una confezione. Lei stessa poi mi indicava dove pulirmi, mentre il ragazzo continuava a scusarsi e cercava anche lui di aiutare a pulirmi, per poi scendere subito dopo: il tram aveva aperto le porte e lui era arrivato alla sua fermata. ChissĂ  se lo avrei piĂą rivisto, la prossima volta cosa poteva succedere di piĂą, forse avrei preso coraggio e lo avrei spompinato, giĂ , molto meglio farlo venire in bocca e non fare tutto questo schifo e rischiare di fare figure con gli estranei. Ma in realtĂ  mi era piaciuto farmi venire addosso, è proprio quello che volevo, vedere delle belle schizzate di sborra atterrare su di me visto che non potevo farlo con mio marito.
In un modo o nell’altro sarei riuscita a togliermi tutte le voglie!

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