Titolo originale: My Son’s Cumbucket Ch. 02
Autore: Feverdreams
Link all’opera originale: https://www.literotica.com/s/my-sons-cumbucket-ch-02
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Quando mi svegliai la mattina dopo, mi accorsi che Rich se n’era già andato. La cosa non mi sorprese più di tanto, visto che spesso si alzava molto prima di me. Mi rigirai e rimasi in piedi per alzarmi dal letto e scesi a fatica al piano di sotto per prendere un caffè. Quando scesi le scale vidi Jack seduto al bancone che mangiava una ciotola di cereali. Non essendo io una persona mattiniera, gli rivolsi un gemito incomprensibile e un brontolio che avrebbe potuto essere un “buongiorno”.

“Buongiorno Naomi!” La voce di Jack, allegra e vivace, risuonò.

Odiavo il fatto che fosse così mattiniero. Proprio come suo padre. Presi la mia tazza di caffè e mi deliziai del dolce calore della caffeina calda. Sentendomi già molto meglio, mi sedetti di fronte a Jack.

“Buongiorno, tesoro”, dissi in maniera molto più articolata. “Cosa stai facendo oggi? Hai preparato tutto per la scuola di domani?”.

“Sì, per lo più mi resta una cosa da fare, ma non ci vorrà molto. Io… in realtà dovevo chiederti una cosa”.

Bevvi un altro sorso di caffè prima di rispondere.

“Sì, certo, cosa c’è?”.

“Beh… so che non vuoi più che usi i calzini per… per quando… beh, sai, e usare una tazza è più un lavoro da fare in due…”, si interruppe lasciandomi in sospeso su quello che stava cercando di chiedermi.

Non ero assolutamente sveglia abbastanza per interrompere questa conversazione. Lo fissai con aria assente.

“Stamattina stavo per farlo, ma… ….”.

Poi mi venne in mente. Mi stava chiedendo di nuovo di aiutarlo a masturbarsi.

“Oh, mio Dio, tesoro, mi dispiace tanto, non me ne ero nemmeno accorta… Immagino che tu abbia avuto una erezione mattutina o qualcosa del genere, vero?”.

Ridacchiò e sembrò rilassarsi quando finalmente capii cosa stava dicendo.

“Sì, più o meno. Non sapevo come comportarmi, così ho pensato che avrei dovuto aspettare che ti alzassi”.

“Sì, sì, certo, oggi dovrò andare al negozio a fare la spesa. Posso prenderti dei preservativi magnum, così la prossima volta te ne occuperai da solo”.

Pensavo di essere del tutto ragionevole, ma rimasi confusa quando vidi che le spalle di Jack sembravano crollare.

“Cosa c’è che non va, tesoro?” Chiesi.

“Non è niente, è solo che non credo che masturbarsi con un preservativo sia la stessa cosa che fare con una tazza in mano”.

“Tesoro, non posso tenerti una coppa ogni volta che vuoi masturbarti… Soprattutto con la frequenza con cui sembra che tu lo faccia”.

“Immagino sia vero”, ammise, ma non sembrava contento.

“Beh, che ne dici di iniziare, io prendo la tazza, mi cambio e scendo”.

“Non devi cambiarti….”, si interruppe guardando la sua ciotola.

“Cosa vuoi dire? Sono in pigiama. Non posso indossare questo per tutto il giorno”.

“Cioè, non per andare al negozio, certo, ma non mi dispiace”.

Confusa, abbassai lo sguardo sul mio normale abbigliamento da notte. Indossavo una canottiera bianca attillata e dei pantaloncini sottili che coprivano il sedere. Mi ci volle un secondo ma capii cosa stava dicendo. Non ero affatto una persona mattiniera. Arrossii perché il mio figliastro arrapato mi aveva praticamente detto di non cambiarmi perché quello che indossavo lo avrebbe aiutato a masturbarsi. Mi morsi il labbro e gli feci un sorrisetto.

“Ti piace quello che indosso. E se indossassi qualcosa di speciale?”. Lo dissi con il mio accento asiatico più falso.

L’effetto fu immediato: Jack si bloccò e rimase a bocca aperta. Sgranai gli occhi e battei le mani per farlo desistere.

“Sei troppo impressionabile. Vai di sotto, scendo tra un minuto”. Ridacchiai mentre gli passavo accanto. Sentivo i suoi occhi sul mio sedere.

Quando arrivai in camera mia, presi la tazza che era ancora sul mio comodino e prima di uscire guardai il mio comò. Che male ci sarebbe stato se mi fossi infilata qualcosa? Semmai avrebbe aiutato la situazione.

Battendo la mano sulla tazza, sospirai, la misi a sedere e tirai fuori il cassetto della lingerie. Essendo sposata con un altro uomo, non mi mancavano gli indumenti sexy. Ne scelsi uno che credo sarebbe piaciuto particolarmente a Jack.

Quando scesi le scale con indosso solo la lingerie, mi sembrava di muovermi di nascosto. Mi resi conto che avevamo davvero troppe finestre. Voglio dire che non avevamo vicini, ma ero comunque paranoica finché non arrivai alle scale del seminterrato.

Bussai alla porta di Jack e lui mi chiamò per entrare. Lasciai che la porta si aprisse e lui era sdraiato sul letto, con i pantaloni già tolti, e si stava lavorando un cazzo semi-rigido. Quando mi vide appoggiata allo stipite della porta si fermò e la sua mascella cadde così tanto che pensai che stesse per staccarsi. Indossavo una tutina di pizzo nero che non era del tutto trasparente.

“Secchio di sborra a rapporto, signore”, dissi con voce profonda e sensuale mentre reggevo la tazza.

“Oh mio Dio Naomi! Sei fantastica!”. Jack disse con stupore.

Notai che la sua semi-erezione era ora completamente eretta. Mi è sempre piaciuto poter far diventare duri i maschi. Sapevo di essere attraente e sapevo quanto gli uomini fossero facili a una donna asiatica minuta.

Mi morsi il labbro e feci l’occhiolino a Jack: “Inizia ad accarezzare, ragazzone”.

Senza bisogno di ulteriori stimoli, Jack afferrò il suo grosso cazzo duro e cominciò ad accarezzarlo lentamente. Quel piccolo stronzo aveva intenzione di tirarla per le lunghe il più a lungo possibile.

“Ora, ora puoi fare meglio di così. Abbiamo un lavoro da fare, non sfruttare la situazione”.

Appese la testa e cominciò ad accarezzarsi più velocemente. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui sul letto.

“Non volevi avere qualche porno aperto?”. Chiesi quando mi sedetti.

“Non pensavo di averne bisogno”, disse lui, guardandomi in alto e in basso mentre lei continuava ad accarezzare il suo enorme cazzo.

“Bene, perché non sono qui per tenere la tazza e fare la bella figura”, feci una pausa per effetto drammatico prima di parlare con quello spesso accento spezzato, “mi piace accarezzare un cazzo grosso grosso”.

Jack alzò la testa e mi guardò. Feci scorrere una mano su e giù per la sua coscia mentre con l’altra mano mi accarezzavo il seno. Lui prese un respiro tremante e io sorrisi ironicamente.

“Vuoi la danza della mamma cattiva?”. Chiesi.

Annuì senza fiatare mentre cambiava mano alla sua erezione impetuosa. Sorrisi e mi alzai in piedi. Mi misi a un paio di metri dal letto, mi misi a coppa i seni e lentamente mossi i fianchi in modo seducente. Jack mi guardava stupito. Si stava accarezzando così velocemente ora. Feci scorrere le mani lungo il corpo e le incontrai all’inguine. Sentii la mia umidità attraverso il materiale più sottile. Mi girai e mi chinai per presentargli il mio sedere formoso. Mi chinai per toccarmi le dita dei piedi, mi voltai verso di lui e gli feci l’occhiolino. Stava accarezzando così velocemente che pensavo stesse per appiccare un incendio.

Mi sono girata di nuovo e ho ridacchiato. Lui sorrise e agitò il braccio prima di passare all’altra mano.

“Qual è il problema?” Chiesi, stando dritta.

“Le mie braccia si stanno stancando. A volte succede”.

“Vuoi trovare qualche porno?”. Indicando il portatile.

“No, ci vorrebbe troppo tempo per trovare qualcosa di buono”.

“Vuoi dire tipo ‘la milf asiatica sexy viene inculata dal grosso cazzo duro del figliastro arrapato’?” Lo rimproverai con una mano sul fianco.

Jack annuì e si scambiò le mani. Sospirando, mi avvicinai al letto e mi sedetti accanto a lui.

“Ok, senti, lo farò solo per questa volta, ok…”. Dissi scacciando la sua mano e avvolgendo le mie piccole dita intorno al suo grosso cazzo duro.

Il suo cazzo era così grosso che potevo avvolgerlo con le dita fino in fondo. Jack appoggiò le mani sul letto e fissò la mia mano mentre iniziavo ad accarezzare lentamente il suo cazzo.

Non riuscivo a credere ai miei occhi. Ero lì, con le mie piccole mani avvolte intorno al cazzo più grande che avessi mai visto e lo stavo accarezzando su e giù. Guardai Jack e lui mi guardò. Gli feci un sorriso nervoso che lui ricambiò.

“Non dire una parola di questo a nessuno, giovanotto”. Lo indicai con l’altra mano.

“Sì, intendo dire no”, ridacchiò.

“Cosa c’è di così divertente?”.

“È come un massaggio a lieto fine”, ridacchiò di nuovo.

Ridacchiai anch’io: “Solo che non ti sto facendo il massaggio ‘schifoso schifoso'”.

Ridemmo entrambi e lo vidi fare un paio di smorfie.

“Sto sbagliando?” Chiesi allentando la presa.

“No, è solo che un paio di volte tiri troppo la pelle e mi fa male. Ecco… “, allungò una mano per guidare la mia. Tirò la mia mano su e giù nei punti che non gli facevano male.

“Sarebbe utile se avessimo del lubrificante”, dissi, ma immaginavo che non ne avesse e sapevo di non averne.

“Di solito non ne ho bisogno”, disse.

Mi morsi la lingua. E mi chinai sul suo cazzo. Produssi una buona quantità di saliva e la sputai sulla testa del suo cazzo. Jack gemette mentre lavoravo la saliva su tutto il suo cazzo.

“Così va meglio, vero?”. Gli chiesi, ora in grado di prendere velocità.

“Molto meglio, oh mio Dio. Penso che presto sborrerò”.

“Ecco, siediti di nuovo sul bordo e lasciami prendere la tazza”.

Cambiammo posizione e io mi inginocchiai sul pavimento tra le sue gambe e sputai ora nell’altra mano. Anche il mio primo braccio si stava stancando. Alzai lo sguardo verso Jack e sorrisi. Era imbarazzante usare l’altra mano, ma ripresi il ritmo e in men che non si dica Jack respirava a pieni polmoni e si rotolava la mano all’indietro.

“Fammi sapere quando stai per sborrare, non possiamo avere un altro incidente come l’ultima volta”.

Annuì in silenzio e io continuai a pompare sul suo grosso cazzo. In breve tempo il braccio cominciò a stancarsi e io rallentai.

“Non pensavo che sarebbe stato così faticoso. La prossima volta, devi trovare qualche porno”.

“La prossima volta?” Chiese, abbassando lo sguardo su di me.

Mi spostai rendendomi conto di aver parlato senza pensare. Stavo già pensando di farlo di nuovo. Non dissi nulla, continuai ad accarezzare il grosso cazzo duro del mio figliastro. Cominciavo a cambiare mano e a lavorarlo in circolo.

“Potrebbe essere d’aiuto se tu… forse… “, si interruppe chiaramente non sapendo come dirlo senza sembrare che se ne stesse approfittando.

“Vuoi che ti implori?” Chiesi in quello che era diventato il mio accento sexy: “Sborra per me, sborra per la mamma”, implorai, ricordando il porno di ieri.

Mi sono chinata e ho sbattuto il suo cazzo contro il mio viso, cercando di essere incredibilmente sexy. Ciò che ottenne fu di rafforzare il bruciante umore tra le mie gambe. Volevo tanto iniziare a masturbarmi, ma non potevo farlo davanti al mio figliastro. Sarebbe stato sbagliato. Cioè, più sbagliato che fargli una sega, ovviamente.

“Vuoi sborrare sulla mia faccia? Ti piace il massaggio a lieto fine?”.

Vedevo le palle di Jack iniziare a stringersi e lui annuiva mentre gemeva.

“Sto per sborrare mamma!”. Jack quasi mi urlava contro. Ho armeggiato con la tazza e l’ho portata alla base del suo cazzo mentre lo accarezzavo il più velocemente possibile. Sentivo davvero il bruciore alle braccia.

“Ecco, tesoro, sborra per la mamma! Ti amo da tanto tempo”.

A quel punto Jack grugnì e cominciò a sparare il suo carico nella tazza. Continuai ad accarezzarlo, ma molto più lentamente e in modo più esagerato. Sentivo la forza della sua sborra che usciva dalla base del suo cazzo. Mi leccai le labbra ricordando il buon sapore dello sperma di Jack di ieri. Una parte di me avrebbe voluto bere l’intera tazza non appena avesse finito di riempirla, ma sapevo che non avrei mai potuto farlo.

Jack finì di sborrare, liberò il suo cazzo e guardò dentro la tazza. Era facilmente piena il doppio di quella di ieri. Probabilmente mi ci sarebbero voluti due sorsi per ingoiarla tutta. A quel pensiero scossi la testa per scrollarmelo di dosso.

“Cosa?” Chiese Jack, vedendo la mia testa scuotersi.

“È che… come fai a sborrare così tanto?”. Chiesi incredula.

Lui scrollò le spalle e si tirò indietro per appoggiarsi al muro. Mi alzai in piedi sentendo il dolore alle ginocchia.

“Dovrei andare a occuparmi di questo”, sollevai la tazza di sperma.

“Certo, naturalmente. Grazie Naomi… “ Mi sorrise nervosamente.

Gli sorrisi a mia volta: “Nessun problema. Buon lavoro”.

A quel punto mi voltai e uscii dalla sua stanza. Nel momento in cui chiusi la porta mi portai la mano all’inguine e cominciai a scorrere il mio clitoride bagnato. Per soddisfare quel prurito corsi al piano di sopra, in camera da letto, e tirai fuori il mio dildo rabbit vibrante, sbottonai il bottone delle mutandine e infilai subito il giocattolo nella mia figa fradicia.

Gemevo sollevata dal fatto che ora ero in grado di darmi piacere da sola. Mentre la mia testa si gonfiava di piacere, mi toccai il viso dove mi ero schiaffeggiata con il grosso cazzo duro di Jack. Era così caldo e carnoso. Mi coprii la bocca per far tacere i miei gemiti. Non volevo che Jack mi sentisse nel seminterrato mentre mi davo piacere pensando al suo cazzo incredibilmente duro.

Guardai la tazza sul comodino e mi morsi il labbro. Non avrei dovuto berlo. Sarebbe stato sbagliato… ma ne avevo bisogno. Avevo bisogno di quel dolce nettare.

Allungai la mano, afferrai la tazza e con un solo movimento mi riempii la bocca del suo sperma ancora caldo. Avevo ragione nella mia valutazione precedente. Era più di un boccone. Ero così avida e affamata che, mentre lo sorseggiavo, mi sono riempita la bocca e una quantità spropositata di sperma è fuoriuscita sul mio viso.

Ora mi sento davvero sporca. Ero già al secondo orgasmo. E sentivo che il terzo stava salendo ancora di più. Portai la mano al capezzolo e tirai più volte il bocciolo duro. Quando mi accorsi che stavo gemendo in modo udibile mi coprii la bocca. Stavo per sborrare così presto. Mi girai a pancia in giù e spinsi la faccia nel cuscino. Ora potevo soffocare il mio urlo.

Mentre giacevo lì, il giocattolo che vorticava dentro di me, mi ricordai del porno di ieri della mamma piegata mentre il figliastro la scopava.

Mi dicevo, gemendo nel cuscino: “Scopami Jack, scopami forte. Scopami con quel cazzo grosso e duro!”.

A quel punto venni. Urlai nel cuscino e per poco non svenni. Una volta ripulito, girai la testa per respirare di nuovo, tolsi il giocattolo, lo spensi e sprofondai nel letto.

A un certo punto mi alzai e andai in bagno a fare la doccia. Quando uscii cercai qualcosa da indossare e tirai fuori dei leggings e una canottiera. Mentre scendevo le scale, con le gambe intorpidite, Jack era di nuovo seduto sul divano a guardare la TV.

Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui.

“Come ti senti, ragazzone?”. Gli spinsi la spalla con la mia.

Lui ridacchiò e disse: “Molto meglio, grazie. Questo dovrebbe bastarmi per un po’”.

Quando lo disse mi sorpresi di essere un po’ triste.

“Oh, bene, sono felice di essere stato d’aiuto. Cosa… cosa stai guardando?”.

Dissi per cercare di cambiare argomento.

“Non lo so, non riesco a trovare niente di bello”.

Ridacchiai e indicai il parallelo. “Ti suona familiare, hai spesso questo problema?”.

Ridacchiò, capendo che mi stavo riferendo al porno.

“È un po’ più facile con il porno, so cosa cercare….”.

“Una MILF asiatica sexy?” Gliel’ho detto.

“Forse”, non riuscì a nascondere il suo sorriso.

“Uh huh”, ridacchiai e lo squadrai di nuovo. “Devo andare al negozio, vuoi che prenda qualcosa?”.

“Niente di particolare”.

Gli dipinsi la gamba mentre mi alzavo e preparando tutto uscivo per andare a fare la spesa.

Quando tornai qualche ora dopo Jack mi aiutò a portare a casa la spesa. Ero sorpresa ma sollevata. Era in grado di portare molto più di me. Andò a prendere il resto delle borse e poi mi aiutò a mettere tutto a posto.

“Non hai preso i preservativi”, mi fece notare.

“Merda”, esclamai, “me ne sono completamente dimenticata, mi dispiace. Li prenderò domani, li troverai quando tornerai da scuola”.

“Non è un problema, significa solo che sei di nuovo in servizio con tazza!”, ridacchiò e mi fece un occhiolino.

“Sì, sì, a proposito. Quando pensi di aver bisogno di… sai?”.

“In realtà non è previsto dal programma. Quando si presenta la necessità vado e lo faccio e basta”.

“Oh giusto, giusta osservazione. Posso farle una domanda?”.

“Certo, qualsiasi cosa”, disse, fermandosi a guardarmi.

“Quando hai iniziato a cercare porno di milf asiatiche?”.

“Oh, quello”, ridacchiò e si spostò goffamente. “Abbastanza di recente, in realtà. Un mese o più fa ho sentito te e papà fare sesso. Questo mi ha un po’ incuriosito”.

“Oh mio Dio, mi dispiace tanto!”. Mi fermai e sentii l’imbarazzo salire fino ad arrossarmi il viso.

“Oh no, va bene. Sono venuto quassù nel cuore della notte perché avevo bisogno di qualcosa da bere e ci ho messo un minuto, ma poi mi sono accorto che stavi gemendo”.

“Mi sentivi quaggiù?”. Guardai verso il soffitto per cercare un buco immaginario.

“Anche abbastanza chiaramente… “, si interruppe, il che non fece che aumentare la mia curiosità.

“Che cosa hai sentito?”.

“Oh, le cose normali, credo: ‘scopami, scopami più forte, scopami con quel cazzo di vecchio’, che mi ha fatto ridere”.

Ridacchiai nervosamente. Rich, suo padre, era molto più vecchio di me e a lui piaceva il divario di età.

“Non pensavo di essere così rumorosa…”.

“Non c’è problema, è solo che dopo quella volta ti ho visto sotto una luce completamente nuova. Dopo di allora tutto quello che indossavi era sexy e mi ha fatto scattare diverse volte”.

“Non mi ero accorta che i miei vestiti fossero così rivelatori”.

“Oh, non lo sono, ma sono un adolescente arrapato. Posso eccitarmi anche per un pezzo di legno extra curvilineo, se lo vedo nella luce giusta”.

Questo mi fece davvero ridere.

“Buono a sapersi. Almeno ora non devo andare a comprare vestiti nuovi. Pensi che ci sia un negozio di abbigliamento mormone da queste parti?”.

“A questo punto non credo che farebbe molta differenza… “

“Oh, davvero”, mi avvicinai al bancone e spinsi il mio petto considerevole in fuori per mostrare una maggiore scollatura. “Anche la roba di base che ho addosso adesso?”.

Vedendo i suoi occhi scorrere verso il basso e poi di nuovo verso l’alto, sorrisi, perché si era chiaramente innescato. Mi ritrassi e mi sedetti.

“In realtà avrei una domanda da farti”, disse Jack.

“Spara”.

“Mi sto comportando come una seccatura? Sai con tutto questo?”.

“Ammetto che masturbarti è stato molto più faticoso di quanto mi aspettassi. Le braccia mi fanno ancora male. Ma sarò sincera, l’ho trovato molto eccitante”.

“Ti eccita?”.

Tamburellai le dita non sapendo quanto avrei dovuto dirgli. “Sarò sincera… entrambe le volte sono dovuta andare a masturbarmi da sola”.

Jack mi guardò scioccato e capii che mille domande gli stavano passando per la testa.

Sospirai: “Prima che tu me lo chieda, sì, anch’io mi masturbo. Sì, uso un giocattolo. E sì, posso sborrare più volte”.

“Che… che tipo di giocattolo usi?”.

“Sarà più facile se te lo faccio vedere”.

Mi alzai e andai al piano di sopra, aprì il mio comodino e tirai fuori il mio giocattolo a forma di coniglio.

“È la mia tazza?” La voce di Jack risuonò alle mie spalle facendomi sobbalzare.

“Gesù, Jack, mi hai spaventato. Che ci fai quassù?”.

“Hai detto che mi avresti fatto vedere il giocattolo che usi… “

“Intendevo dire che volevo portarlo giù, non che tu mi seguissi in camera da letto”.

“Oh, scusa”.

“Non fa niente, sei già qui”. Alzai il mio giocattolo e lui sussultò per lo stupore.

“Wow, sembra intenso!”.

“Lo è”, dissi orgogliosa e lo accesi, “tutto quello che una ragazza ha bisogno di un uomo”.

Entrambi ridemmo e Jack si avvicinò a me. Mi sono subito innervosita quando si è avvicinato. Quando si ritrasse, sollevò la tazza.

“Quella è la mia tazza. Che ci fa qui sopra?”.

“Mi sono dimenticata che la tenevo ancora in mano quando sono venuta qui”.

“Allora dov’è lo sperma?”.

“L’ho smaltito”.

“Perché non giù in cucina nel lavandino?”.

“Perché io… beh… l’ho bevuta”. Confessai non sapendo come altro spiegarmi.

“Tu cosa???” Jack esclamò, facendomi sobbalzare, “cosa vuol dire che l’hai bevuta? Tutta?”.

“Sì”, dissi, abbassando la testa e parlando a bassa voce.

“È così eccitante!”. Disse stupito.

“Lo pensi davvero?” Chiesi, ma vidi subito la tenda crescente nei suoi pantaloncini.

Allungai una mano per sfregare la sua crescente erezione.

“Sembra che qualcuno si sia appena scatenato”.

Jack abbassò lo sguardo sulla mia mano che accarezzava la sua tenda.

“Puoi biasimarmi?”.

“No, credo di no. Perché non vai di sotto a preparare qualcosa e io scendo tra un minuto?”.

“Perché non lo facciamo qui? Posso trovare qualcosa sul mio telefono. Voglio dire, la tazza e il tuo giocattolo sono già qui e non devi indossare niente di speciale….or”.

Ci pensai un attimo, ma questa era la stanza che condividevo con suo padre. Sarebbe stato oltrepassare il limite.

“Assolutamente no, vai di sotto e ti raggiungo tra un minuto”.

Jack si avvicinò a me. Mi spinse la mano verso il suo inguine e io istintivamente la presi per accarezzare la sua calda erezione. Il suo respiro era sul mio collo mentre mi sussurrava all’orecchio.

“Potrei sborrarti in bocca mentre usi il tuo giocattolo”.

Fremetti alle sue parole e mi spinsi indietro per mettere un po’ di distanza tra noi.

“Non possiamo farlo qui. E non ho intenzione di masturbarmi davanti a te. Non è appropriato”.

“Mamma, mi hai appena fatto una sega stamattina. E hai bevuto il mio sperma, non possiamo essere più inappropriati”.

“Potresti scoparmi”, pensai tra me e me.

“Questo, questo… va bene, vieni qui”. Lo spinsi a sedersi sul letto, feci un passo indietro e presi un respiro profondo.

Con le mani afferrai la parte inferiore della canottiera e cominciai a sollevarla lentamente. Una volta che l’ebbi fatta passare sopra la testa, ora stavo presentando i miei seni nudi al mio figliastro. Jack fece per abbassarsi i pantaloncini, ma lo fermai.

“Non ancora, ti raggiungo tra un attimo”.

Poi mi voltai per piegarmi lentamente mentre facevo scivolare i leggings sul mio sedere formoso. Sentii Jack gemere e mi voltai per vederlo strofinarsi l’inguine mentre mi spogliavo per lui.

Mi alzai in piedi e mi avvicinai a lui. Gli spinsi le gambe ad aprirsi con le mie e glielo feci usare per guardarmi tra i miei seni enormi.

“Non dovresti fare qualcosa?”.

“Cosa?”

“Dovresti cercare dei porno che ti aiutino a sborrare più velocemente”.

“Oh, giusto.” Balbettò e annaspò nelle tasche per prendere il telefono.

Cercava e digitava vigorosamente qualcosa da mettere su. Mentre lo faceva, mi inginocchiai davanti a lui e gli abbassai i pantaloni. Quando si fermò a guardarmi, schioccai le dita e indicai il suo telefono. Mi sputai nella mano e la strofinai sul suo cazzo ormai libero a pochi centimetri dalla mia faccia. Inspirai bruscamente.

Quando iniziai ad accarezzare il grosso cazzo duro di Jack, si sentirono dei gemiti provenire dal suo telefono. Alzai lo sguardo verso di lui e lui girò il telefono per mostrare una donna asiatica che cavalcava il cazzo di un uomo.

“Mmm, questa è una bella posizione”. Gli ho detto con un gemito.

“Hai intenzione di prendere il tuo giocattolo?”. Chiese Jack, guardando il mio giocattolo.

“Inizierò quando sarai un po’ più vicino a venire”.

Jack annuì comprendendo e guardando più me che il video che aveva tirato fuori.

“Dovresti guardare il video mentre ti faccio una sega”. Lo ammonii.

“Questo è molto meglio di un porno”. Disse.

“Guarda il telefono, subito”. Scattai e lui prese il telefono e lo guardò a sua volta verso di me.

Le mie braccia si stavano già stancando. Dovevo già cambiare. Dal suo telefono sentii una donna che gemeva e implorava.

“Oh baby ti prego, non scoparmi il culo, non mi faccio scopare il culo nemmeno da tuo padre”.

Lo guardai incredulo. Lui abbassò lo sguardo su di me, senza alcuna vergogna.

“Ragazzi”. Ho detto mentre applicavo altra saliva sul suo membro pulsante nella mia mano. “Hai solo una mente monofasica”. Risi.

Jack rise guardando il suo telefono e mi resi conto che stava fissando i miei seni nudi che oscillavano a causa del movimento del mio braccio. Quando si accorse che lo stavo guardando, riportò la sua attenzione sul telefono.

Smisi di accarezzare il suo cazzo viscido, soprattutto per riposare le braccia, e mi appoggiai sui talloni per spingere il petto in fuori. Portai una mano bagnata a coppare il mio seno e Jack mi fissò.

“Sai, se sei così disperato, ho qualcosa che puoi scopare…”. dissi con voce sensuale mentre mi massaggiavo i seni.

Gli occhi di Jack si spalancarono mentre io allungavo il collo per sbavare un bel po’ di saliva sul mio petto. Lo massaggiai tra i seni e poi mi avvicinai al cazzo di Jack. Incastrai il suo cazzo tra le mie tette e lo strinsi forte mentre portavo i miei seni su e giù sul suo cazzo. Mise giù il telefono per dedicare tutta la sua attenzione a me.

“Che c’è, non ti sei mai fatto una sega con le tette prima d’ora?”.

Jack scosse la testa: “Nessuno ha le tette grandi come te”.

“Non ho mai avuto un cazzo abbastanza grande per farlo davvero”.

Non potevo credere a quanto il suo cazzo fosse incredibilmente vicino alla mia bocca. Lo sentivo così caldo e duro sul mio petto. Guardarlo spuntare tra i miei seni mi faceva bagnare tantissimo. Ho allungato il collo per sputare direttamente sulla testa del suo cazzo. Mentre lo facevo, per puro caso, baciai la punta del suo cazzo. Sentivo Jack gemere mentre applicavo altra saliva e continuavo a scopare il suo cazzo con le mie tette.

“È meglio del porno, tesoro?”. Chiesi, alzando lo sguardo su di lui.

Lui annuì e prese il telefono. Sentii il video fermarsi e dopo qualche altro secondo mise giù il telefono.

“Vuoi sborrare per me?”.

Jack annuì.

“Vuoi vedermi masturbarmi?”.

Jack annuì di nuovo, se non di più.

Gli diedi ancora qualche colpo prima di fermarmi e prendere il mio giocattolo. Mentre lo strofinavo sull’inguine, gemevo. Finalmente stavo per grattare quel prurito che mi bruciava.

“Sono così bagnata, tesoro. Continua ad accarezzarti. Non possiamo perdere tutto il duro lavoro che ho fatto per te”.

Mi chinai all’indietro in modo da poter inserire il mio giocattolo dentro di me e, mentre lo accendevo, gemetti e rovesciai la testa all’indietro. Il cazzo di Jack pulsava nell’aria finché non lo afferrò e cominciò ad accarezzarsi con più efficacia.

“Mmm ti piace guardare la tua matrigna che si scopa da sola mentre accarezzi il tuo grosso cazzo duro? Hai intenzione di farti sborrare?”.

Jack annuì mentre ansimava.

Rovesciai la testa all’indietro mentre il mio primo orgasmo mi invadeva.

“Sto bevendo il tuo sperma quando ho un orgasmo. Ha un sapore così denso e dolce. Non ne ho mai abbastanza”.

Ormai parlavo con il cervello in preda all’orgasmo, perché sapevo che non avrei dovuto dirglielo.

“Va bene mamma, puoi essere il mio deposito di sborra quando vuoi”.

Non so cosa abbia scatenato il mio orgasmo successivo. Il fatto che mi chiamasse mamma o che mi chiamasse il suo deposito di sperma. Mi sollevai verso il cazzo duro di Jack e lasciai il giocattolo sul pavimento per farlo vibrare e roteare dentro di me, in modo da poter afferrare il cazzo di Jack e accarezzarlo io stessa.

“Sborra per la mamma. Riempimi con la tua sborra, tesoro”.

Jack si alzò in piedi e mi sovrastò. Il suo grosso cazzo si allungava sul mio viso. Prese il controllo del suo cazzo e lo accarezzò puntandolo direttamente su di me. Aprii la bocca e tirai fuori la lingua. Lui allungò una mano verso la mia spalla e cominciò a grugnire mentre si accarezzava.

Alla fine guardò verso di me e capii che stava per sborrare. Questa volta guardai la testa del suo cazzo e mi posizionai in modo che fosse puntato in bocca. Appoggiai la lingua tesa sulla testa del suo cazzo mentre il primo colpo di sperma mi arrivava in fondo alla gola.

Jack mi tenne ferma mentre pompava il suo carico direttamente nella mia bocca. Grugniva così forte che ringraziai che la casa fosse vuota. Venne così tanto che non riuscivo a stare al passo con il suo volume. Con la lingua in fuori, un po’ di sperma mi uscì dalla bocca, gocciolando sul petto. Portai la mano sotto la bocca per prendere quello che potevo.

Quando Jack finì di sborrare si sedette di nuovo ansimando forte. Mi portai la mano in bocca per prendere le ultime gocce di sperma. Ingoiando tutto quello che potevo, mi appoggiai all’indietro e tolsi il giocattolo. Abbassai lo sguardo sul mio petto per vedere un paio di gocce di sperma che scendevano.

“È stato incredibile, Naomi”.

“Cosa è successo alla mammina?”, ridacchiai, frustandomi il petto.

“Vuoi che ti chiami mammina quando non facciamo cose?”.

“Beh, forse solo mamma quando c’è tuo padre. Mammina potrebbe essere troppo strano”.

Jack ridacchiò e fece un respiro profondo, “vero”.

“Pensi che ti reggerà per il resto della notte?”.

“Dovrebbe, ma la mattina potrebbe essere un po’… difficile”.

“Non posso farci molto. Domani hai la scuola e anche tuo padre si alzerà verso la stessa ora”.

“Potrei saltare la prima ora”.

“Oh no. Nessuno sta saltando niente”.

Sorridemmo per la scelta delle parole.

“E non vantarti con i tuoi amici di quello che abbiamo fatto. Sono stata chiara?”.

Lui annuì, chiuse le labbra e fece il gesto per indicare che le sue labbra erano sigillate.

“Bene, ora vai, io devo darmi una ripulita e iniziare la cena”.

Jack si alzò per tirarsi i pantaloni sul cazzo ormai cadente e se ne andò. Affondai sul pavimento e feci un respiro profondo.

“Non posso credere di averlo appena fatto”. Mi dissi.

Alla fine mi alzai e andai in bagno per pulirmi. Usai un panno caldo per strofinarmi il petto e il lato della bocca. Mi passai un dito tra i seni sentendo la fantomatica sensazione della pressione del cazzo di Jack tra di essi.

Scuotendo la testa mi asciugai e mi vestii. Scesi al piano di sotto e preparai la cena. Jack stava guardando la TV sul divano della stanza della famiglia. Alla fine Rich tornò a casa e cenammo. Jack mi chiamò mamma durante la cena e Rich si fermò dicendo che era contento di aver accettato Naomi nella sua vita. Sia io che Jack prendemmo un drink e ci scambiammo uno sguardo complice.

Più tardi, quella sera, mi stavo preparando per andare a letto quando Rich si avvicinò alle mie spalle e mi baciò il collo.

“Ehi, tesoro”. Dissi guardando attraverso lo specchio del bagno per parlare con mio marito.

Lui gemette sul mio collo. Sapevo cosa voleva. Gli passai una mano tra i capelli brizzolati. Lo volevo anch’io. Il mio ragazzo era fantastico, ma avevo davvero bisogno di un vero cazzo dentro di me, soprattutto visti gli ultimi due giorni.

Emisi un piccolo gemito a Rich mentre baciava il collo. Quando si ritrasse mi alzai e mi girai verso di lui. Ci abbracciammo e ci baciammo. Non mi resi conto di quanto fossi disperata finché non sentii il suo rigonfiamento premere contro di me.

Ci avvicinammo al letto e lui mi fece voltare per toccarmi i seni e baciarmi ancora il collo. Fissai lo sguardo davanti a me e guardai il bordo vuoto del letto dove poco prima avevo ingoiato la sborra di Jack.

Non volendo pensare al tempo di Jack in questo modo, mi girai e tirai Rich sul letto. Caddi all’indietro e tirai Rich sopra di me. Cominciò a sbattere la sua protuberanza dentro di me. Tiravo freneticamente i suoi vestiti per liberare il suo cazzo. Ne avevo un gran bisogno.

Il suo membro si rivelò e non perse tempo a spingerlo in profondità nella mia figa bagnata e in attesa. Gemevo quando sentivo il suo cazzo caldo e duro dentro di me.

“Sono stata così felice quando Jacky ti ha chiamato mamma. Ha fatto davvero tanta strada”.

Gemevo cercando di non pensare a come si sarebbe sentito il grosso cazzo di Jack in questo momento.

“Abbiamo legato”, fu tutto ciò che riuscii a dire.

“Sai che se lui ti chiama mamma ora tu puoi chiamarmi papà”.

Si accoccolò con la testa nel mio collo e io fissai muto il soffitto.

“Papà?” Dissi in tono interrogativo

Rich sembrò comunque accettare. Si alzò e mi sovrastò mentre pompava con forza dentro di me.

“Ecco. Implora papà di scoparti”.

“Ti prego, papà, scopami”. Quando lo dissi tenni la voce più bassa di quanto avrei fatto normalmente.

Mi ricordai di quello che mi aveva detto Jack prima e mi sentii ancora più consapevole che se Jack fosse stato in cucina o nella sala della famiglia avrebbe potuto sentirci.

Mentre Rich pompava lentamente dentro di me, faticavo a concentrarmi. La mia attenzione fu catturata quando il mio telefono vibrò sul comodino. Mi allungai per prenderlo e inclinandolo vidi un messaggio di Jack. Era l’immagine a fumetti di un grosso orecchio.

Rich era rivolto dall’altra parte. “Chi era?”

“Nessuno”. Risposi rapidamente.

Mi venne in mente che Jack stava cercando di dirmi che ci stava ascoltando mentre facevamo sesso. Le immagini di lui dall’altra parte della porta mi inondarono la mente. Lo immaginavo in piedi, con i pantaloni alle caviglie, mentre si accarezzava il suo grosso cazzo duro. Se voleva uno spettacolo glielo avrei dato.

“Oh papà, scopami!” Quasi urlavo: “Scopami più forte. Scopami con quel grosso cazzo duro!”.

Anche se il cazzo di Rich era solo di dimensioni medie, sapevo che a tutti gli uomini piaceva quando gli si diceva quanto era grosso. Sembrava che non gli importasse quanto fossi rumorosa.

“Oh sì, baby, così, mi piace quando parli sporco”. Gemeva nel mio orecchio.

Il mio telefono ha suonato di nuovo e l’ho afferrato per tenerlo sopra la testa di Rich mentre lui mi scopava. Ho avuto un sussulto e un orgasmo immediato vedendo cosa mi aveva mandato Jack.

Era una foto del suo grosso cazzo duro nella sua mano.

“Oh, piccola, hai già sborrato? Sei così bagnata e stretta”. Rich gemette nel mio orecchio.

“Sì, piccolo. Scopa la mamma. Scopa la mamma con il tuo grosso cazzo duro!”. Stavo parlando al mio telefono, ma Rich lo prese come un incoraggiamento.

Rich pompò con forza dentro di me. Mi sentivo davvero bene, ma non riuscivo a smettere di pensare a come il cazzo di Jack dovesse sentirsi due volte meglio, visto che era il doppio di suo padre.

Rich stava già grugnendo come se stesse per sborrare.

“Vuoi sborrare per la mamma?”. Dissi a Rich, ma a voce abbastanza alta da essere sicuro che Jack potesse sentire.

Rich annuiva con la testa, cercando chiaramente di resistere il più a lungo possibile.

Proprio mentre stavo iniziando a raggiungere la cima del mio orgasmo, fui nuovamente distratta dal mio telefono e lo sollevai.

“Chi ti sta mandando un messaggio?” Rich chiese bruscamente.

“Solo un’amica del corso di yoga”. Mentii.

Quando aprii il messaggio rimasi scioccata. Jack aveva inviato una foto del suo cazzo tra i miei seni e di me che guardavo direttamente nella macchina fotografica. Quello stronzetto aveva fatto una foto! Lo avrei ucciso. Misi giù il telefono e mi dedicai a far sborrare Rich per poter andare a uccidere suo figlio.

“Scopami papà! Il tuo cazzo è così bello. Mi scopi meglio di chiunque altro!”.

Non ci volle molto ma Rich grugnì e pulsò sparando il suo carico dentro di me. Sentii il suo cazzo pulsare più volte, ma non sentii la pressione crescente di un grosso carico. Quando si accasciò su di me ansimò e mi baciò il collo. Io rimasi lì in silenzio, fumante.

Quando finalmente Rich si staccò da me, andò in bagno e si fece una doccia. Mi alzai rapidamente, presi l’accappatoio e uscii a cercare Jack.

Non lo trovai né in corridoio né al piano di sotto, così scesi in camera sua. Non bussai nemmeno, aprii la porta e lo trovai sul letto che si masturbava, senza dubbio guardando la foto che mi aveva mandato.

“Piccolo stronzo! Cancella subito quella foto!”. Ho sbottato.

“Oh, andiamo”, piagnucolò, “mi aiuterà quando non ci sarai. Sei così fottutamente sexy”.

Rimasi sbalordita. Non mi era mai capitato di essere definita “fottutamente sexy”, ma mi irrigidii e mi riorganizzai.

“Non mi interessa, devi cancellare quella foto o non farò mai più nulla”.

“Va bene, va bene, sono state cancellate. Mi dispiace, ho solo pensato che fosse sexy”.

“Grazie….ora buona notte”. Dissi e mi voltai goffamente per andarmene.

“Aspetta”, disse Jack, alzandosi in piedi con il suo grosso cazzo in bella mostra. “Papà è sotto la doccia?”.

Mi voltai verso di lui e non potei fare a meno di guardare il suo enorme cazzo.

“Sì… “, mi sono lasciata sfuggire.

“Potresti aiutarmi? Voglio dire, visto che domani non potrò fare nulla per tutto il giorno…”.

Mi misi una mano sul fianco e gli lanciai un’occhiata.

“Pensi davvero che ti aiuterò adesso?”.

Mi morsi il labbro e mossi i piedi. Jack aveva l’aria abbattuta come un cucciolo.

“Cazzo, va bene. Ma devi fare in fretta, tuo padre non resterà a lungo sotto la doccia”.

Mi avvicinai a lui e mi inginocchiai portando il suo grosso cazzo all’altezza degli occhi. Afferrai quel cazzo caldo e duro e cominciai ad accarezzarlo velocemente e con forza.

“Oh, cazzo, mamma, è così bello!”. Gemeva, “Ti ho sentito implorare papà di scoparti con il suo grosso cazzo…”.

Alzai lo sguardo verso Jack.

“È grande come me?” Chiese.

Mi morsi il labbro e scossi la testa in silenzio. Vedendo Jack rovesciare la testa all’indietro quando capì che stavo parlando di lui mentre mi scopava, guardai il suo cazzo e gli sputai sulla testa per lubrificarlo.

“Dai Jack, sborra già, non abbiamo tutta la notte”.

“Ci sto provando. Magari fammi scopare di nuovo le tue tette?”.

Sospirai e mi sputai sul petto per infilare il suo cazzo tra di loro. Era un po’ più scomodo in questa angolazione. Ci voleva ancora troppo tempo. Mi fermai per liberare il suo cazzo e fissai il mostro con un occhio solo davanti a me.

“Cazzo”. Sussurrai tra me e me.

Rapidamente inghiottii il suo cazzo nella mia bocca. Sentii la testa del suo cazzo aprire la mia mascella per accogliere tutta la sua circonferenza. Sentivo la sua asta dura contro la mia lingua. Alzando lo sguardo verso Jack, lui mi fissò incredulo. Stavo succhiando il cazzo di mio figlio. Sono proprio una sgualdrina.

Sentii la sua mano passare tra i miei capelli setosi. Riuscii a prendere in bocca solo un quarto della sua lunghezza. Ho roteato. La mia lingua intorno alla testa del suo cazzo e ho mosso la testa più che potevo. La mia mano era ancora sulla sua asta e lo accarezzavo mentre gli succhiavo il cazzo.

“Oh cazzo sto per sborrare mamma. Oh cazzo!”

Lo sentii irrigidirsi e poi una marea di liquido caldo mi eruttò in bocca. Cercai di ingoiarlo tutto, ma stava venendo troppo velocemente e troppo. Cominciò a fuoriuscire dal lato della mia bocca e ebbi un conato di vomito perché mi sembrava di annegare. Feci l’errore di tirarmi indietro e Jack stava ancora sborrando. Spruzzò le ultime corde su tutta la mia faccia. Quando finalmente si fermò, rimasi a bocca aperta.

Lo sperma mi colava sul petto e ora mi ricopriva il viso. Ero stordita.

“Oh, cazzo, mi dispiace tanto”. Jack disse frettolosamente.

Io agitai una mano in aria: “È tutto a posto, prendimi solo qualcosa con cui pulirmi”.

Jack rovistò in giro, tirò fuori un asciugamano e me lo porse. Mi asciugai meglio che potei. Pulita, mi alzai e raddrizzai l’accappatoio.

“Dovrei andare. Tuo padre uscirà presto dalla doccia”.

“Giusto, giusto. Ehm, grazie?”. Jack disse con imbarazzo.

Annuii, mi voltai e me ne andai. Mentre tornavo su mi sembrava di fare la camminata della vergogna. Continuai a passarmi il viso alla ricerca di qualche filo di sperma di Jack.

Quando arrivai in camera mia sentii la doccia ancora in funzione, così mi tolsi l’accappatoio e mi misi a letto. Mi rotolai su un fianco lontano dalla doccia e sentii lo sperma di Rich sgorgare da me. Mi addormentai prima che Rich uscisse.

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