Prima dell’articolo settimanale della domenica, volevo accontentare tutti quegli utenti a cui piace leggere racconti porno, visto che l’ultima storia inserita risale a gennaio. La mia titubanza nell’inserire questa tipologia di post è basata sul fatto che preferisco che il racconto sia concluso ed evitare il blocco dello scrittore come accaduto con la professoressa in calore, ma lasciamo stare e spriamo non succeda! Buona lettura!!!

L’integrità di una madre deviata dal figlio lascivo e segaiolo – Prima parte

La devianza nasce per caso, in una normale famiglia del sud dopo un incidente che mette fuori causa la stanza da letto patronale. Una perdita d’acqua nell’appartamento del piano superiore crea una crepa sul soffitto, facendo filtrare liquidi e caduta di calcinacci proprio sul letto della grande stanza. Materasso da buttare e lavori di ristrutturazione delle pareti, fortuna vuole che tutto sia accaduto di giorno quando nessuno era presente, non che ci potesse scappare il morto, ma a volte la paura dell’improvviso può giocare brutti scherzi, d’altronde un morto c’era già stato in famiglia e proprio per infarto! Il marito della signora Giovanna era venuto a mancare qualche anno prima, creando un grande vuoto nella sua vita e in quello del figlio Antonio, a cui era molto attaccato e che seguiva in tutte le sue cose. Andrea era un padre amichevole ed essendo stato un professore, anche per il figlio era stato un insegnante di vita e di scuola. Andrea venne a mancare un paio di mesi prima della fine del terzo anno di ragioneria del figlio, il primo del trienno a indirizzo di programmazione e Antonio era riuscito a passarlo senza essere rimandato più per buon senso dei professori, che non per meriti. La morte del padre lo aveva fatto precipitare in una spirale di demotivazione e depressione, senza una guida e un punto di riferimento. Difatti l’anno seguente non superò il quarto anno dell’Istituto Tecnico e venne bocciato, passando quell’estate in terapia da uno psicoterapeuta per aiutarlo a venire fuori dalla situazione. L’anno seguente Antonio si diede da fare e sebbene rimandato in due materie riuscì a superare l’anno, ritrovandosi a 19 anni a dover affrontare la quinta con maturità annessa. Questa storia si colloca proprio in quest’arco temporale, siamo ad aprile ed è accaduto l’incidente che mette fuori uso la stanza della madre Giovanna, donna bellissima che ha dovuto affrontare la morte del marito prendendosi carico dell’unico figlio di cui però non riceveva l’affetto voluto, tanto era rimasto legato al padre scomparso. Era un grande cruccio che Antonio non si fosse legato di più a lei, ma si era chiuso in se stesso, utilizzando la casa come fosse una pensione e sua madre la governante. La cucina era la stanza in cui si incontravano e raramente scambiavano delle parole, poi lui si ritirava nella sua camera e non ne usciva fino alla mattina successiva per andare a scuola. Come il vano patronale, anche quello del figlio era dotata di bagno attiguo, quindi non c’era la minima possibilità di incontrarsi per caso durante la serata.
Oltre a studiare, la stanza di Antonio era super attrezzata di svariate tecnologie, dal computer di ultima generazione alle console di gioco, al decoder satellitare. Non mancava naturalmente uno schermo gigante dove poter vedere i film e giocare ai videogiochi una volta finito di fare i compiti. Da questo punto di vista Antonio era molto ligio e severo, seguiva i consigli del padre, prima il dovere e poi il divertimento! Lasciata la scrivanie e riposti i libri, il ragazzo indossava la cuffia wireless, imbracciava il joypad e si lasciava andare in sessioni di gioco online in competizione con altri utenti in svariate tipologie di videogiochi. Arrivate le 23 però, finiva la partita e cominciava un altro tipo di sessione ludica, la sega! Metodico com’era, aveva una categoria di film porno diversa al giorno con cui segarsi, tirava fuori il gel dal cassetto, si lubrificava per bene il cazzo e cominciava il raspone serale fino alla copiosa schizzata finale che finiva sul suo corpo. Se non capitava la seconda (dipendeva dalle voglie, l’ora o il film se molto più eccitante del solito), si dirigeva nel suo bagno a farsi una bella doccia e prepararsi a dormire per affrontare la giornata successiva. Solo il sabato cambiava qualcosa nella metodologia, perché Antonio era sì un segaiolo, ma non patologico, semplicemente si era dato il vincolo di non avere altre distrazioni, preferiva uscire solo il sabato con i suoi pochi amici e se capitava di rimorchiare, ci scappava la scopata, ma finiva lì, nessun rapporto successivo con nessuna delle eventuali conquiste sessuali.

Fatte le dovute premesse, ritorniamo all’incidente che creerà scompiglio nelle vite di madre e figlio, costretti a cambiare le loro abitudini serali o meglio è quello che ci si aspetterebbe…
La cisterna dell’acqua presente sul terrazzo improvvisamente cede, cadendo crea una crepa sul pavimento e tutta l’acqua presente crea una grande pozza che sosta al centro. Parte del liquido che arriva al perimetro viene buttato fuori dai pluviali, quello che rimane però comincia a filtrare dalla crepa e nel giro di pochi minuti dal soffitto della camera da letto della signora Giovanna escono le prime gocce di acqua che vanno a colpire in pieno il letto, dove le lenzuola si erano già coperte di calcinacci caduti dopo il notevole urto causato dalla cisterna. Erano le 10:00 di un sabato di aprile e nessuno era presente in casa, Antonio a scuola e la madre a fare la spesa per il fine settimana.
Sfortuna volle che verso mezzogiorno cominciò anche a piovere, un bell’acquazzone veloce, durò nemmeno mezz’ora, ma non fece altro che peggiorare la situazione. Quando la signora Giovanna vero le 13:00 tornò a casa, come da abitudine, mise prima in ordine tutta la spesa e poi andò in camera per mettersi addosso qualcosa di più comodo per preparare il pranzo. A quel punto si accorse del disastro, il materasso era fradicio d’acqua e dal soffitto continuava a esserci perdita di liquido. Avrebbe voluto spostare il letto per evitare che si bagnasse di più, ma il suo mal di schiena non glielo permetteva. Chiamò così la sorella, che aveva il marito nel settore delle costruzioni per chiedere aiuto e, sebbene fosse sabato, riuscì a mandargli un operaio di colore che aspirò l’acqua dal terrazzo con una specie di aspirapolvere per liquidi e chiuse con del sigillante di fortuna la crepa, giusto per evitare che dell’altra pioggia potesse filtrare. Andavano fatti però dei lavori per sistemare la pavimentazione del terrazzo, passare magari su tutta la superficie dei fogli catramati e sigillarlo per benino. Dopo naturalmente toccava al soffitto della camera da letto, nel giro di massimo una settimana ci si poteva riuscire, poi andava naturalmente comprato un nuovo materasso, era la buona occasione per cambiarlo, visto che quello vecchio ormai aveva quasi 10 anni.
Al ritorno a casa Antonio dovette accontentarsi di mangiare un panino, la madre non era riuscita a preparare nulla di diverso per pranzo, gli fece vedere com’era conciata la stanza e gli comunicò che per un po’ di giorni si sarebbero dovuti sacrificare.

“Io mamma te lo dico subito, sul divano non ci dormo!”

“Figlio mio io certo col mal di schiena che ho sarebbe la morte mia, non ti volevo certo costringere, io mi riferivo al fatto che ci dividiamo il letto tuo, tanto anche tu hai quello grande, certo non stiamo stretti.”

“Lo sai che però io ho i miei spazi e le mie esigenze, tu ci sei o non ci sei io continuo a fare tutto quello che ho sempre fatto, non mi metto a cambiare le abitudini per il solo fatto che ci sei anche tu nella camera!”

“Non ti preoccupare figlio mio, lo so che hai le tue cose e che magari stai più sveglio di me, starò buona buona e magari in questi giorni leggerò di più se dovrò stare con la luce accesa.”

La signora Giovanna certo non immaginava le attività serali del ragazzo, altrimenti non sarebbe stata così pacifica nel parlare col figlio, lui invece sapeva benissimo a cosa andava incontro, ma come aveva detto, non avrebbe assolutamente cambiato le sue abitudini, ormai era diventata una routine quasi maniacale e patologica e così andava trattata.

Quella sera di sabato però passò tranquilla, Antonio fece conquiste e si scopò a dovere una bella biondina disinibita. Ritornò a casa verso le 3 di notte, la madre naturalmente dormiva, aveva lasciato la lampada del comodino accesa, indossava la solita vestaglia nera che si intravedeva dal lenzuolo con cui era coperta. Antonio si spogliò incurante della presenza materna buttando i vestiti sul pavimento alla rinfusa e si diresse in bagno. Dopo una copiosa urinata si fece una bella doccia tonificante e, lavati i denti, indossò i boxer che usava come pigiama e s’infilò nel letto. La madre si girò per un fianco tirando via il lenzuolo scoprendo il ragazzo, che non la prese molto bene, stizzito per il primo contrattempo della convivenza, tirò a sua volta il lembo del tessuto ricoprendosi e scoprendo la madre che non si accorse di nulla. Antonio soddisfatto diede un occhiata al sedere della mamma, sebbene coperto dalla vestaglia dava l’idea di un bel culo, si girò dall’altra parte ed entrò nel mondo dei sogni col sorriso sulle labbra.

Il giorno successivo Antonio si svegliò, come era suo solito la domenica, verso le 11:00. La madre era già sveglia da un pezzo e fortunatamente non lo aveva disturbato la mattina, facendogli fare un sonno tirato e tutto di un pezzo. Il caffè era già pronto e vedendolo in piedi la signora Giovanna riscaldò il latte come da abitudine in modo che il figlio potesse fare colazione con il caffellatte e biscotti. Mentre Antonio mangiava la madre decantava quanto fosse passata senza problemi la prima notte di convivenza:

“Hai visto Antonio che tutto è andato liscio? Io neppure mi sono accorta di dividere il letto con un’altra persona! Spero sia stata la stessa cosa per te!”

“Prima cosa io non ci sono stato per buona parte della serata, tu stavi già nel mondo dei sogni quando sono entrato nel letto e per tutta risposta mi hai pure tolto il lenzuolo!”

“Ma cosa dici che quando mi sono svegliata ero spoglia del lenzuolo! Infatti devo aver preso anche freddo alla schiena visto che oggi mi fa più male del solito!”

“Ma quale freddo! Siamo ad aprile, fa caldo e tu ti metti a letto col cappotto…”

“Cappotto? Ti riferisci alla mia vestaglia?”

“Ma che vestaglia! Quelle vere sono trasparenti per quanto sono sottili, la tua pare di velluto…”

“Dici che mi sta male?”

“Beh, finché dormi da sola chi è ti guarda, puoi metterti quello che vuoi!”

Antonio disse tutto questo senza assoluta malizia, il suo discorso era riferito ad un’eventuale avventura che avrebbe potuto avere la madre, quindi un avvertimento al giusto vestiario per una conquista, non certo qualcosa che lo riguardasse in prima persona. La signora Giovanna invece interpretò in maniera diversa quelle parole, pensava che avesse fatto brutta impressione al figlio, dimostrandosi antiquata e “vecchia” e, visto che divideva il letto con lui, era logico rendersi più presentabile e più gradevole alla vista.

Antonio vide la madre pensierosa, pensò che forse aveva un po’ esagerato, così si avvicinò e le diede un bacione con lo schiocco sulla guancia.

“Lo sai che ti voglio bene mamma no?”

“Si caro, anche tu sei il mio tesoro”

Ricordando la visione della sera precedente, Antonio pensò a modo suo di farle anche un complimento.

“E poi mamma hai un bel culo, peccato nasconderlo”

“Cosaaaa? Vieni qua che ti combino per le feste impertinente!”

Lei non era arrabbiata, l’aveva detto con tono scherzoso mente Antonio scappava in camera a studiare, effettivamente non le era dispiaciuto sentirselo dire, forse per lei il suo sedere era un po’ grosso, ma se piaceva così, tanto meglio.

Arrivò la sera e dopo cena, come suo solito Antonio si ritirò subito nella sua stanza per vedere la tv, farsi la solita partita a qualche videogioco e chiudere con una bella sega.
La signora Giovanna invece, come da routine, sparecchiava tavola e lavava i piatti mentre vedeva qualcosa alla piccola tv presente in cucina. Chiudeva con una camomilla o una tisana prima di prendere un libro e andare a letto. Andò nella sua camera per spogliarsi e indossare la vestaglia e pensò alle parole del figlio della mattinata. Decise di utilizzare dell’altro vestiario, prese qualcosa di più leggero e trasparente, si intravedeva infatti l’intimo e guardandosi allo specchio decise di cambiarsi anche reggiseno e mutandine in qualcosa di più piacevole allo sguardo, adesso era decisamente sexy e se lo diceva a sua volta mentre si specchiava.
Andò quindi nella camera da letto del figlio, il quale era con le cuffie intento in una combattuta partita a calcio online contro un altro avversario. Nemmeno si accorse della madre, se non quando passata davanti al televisore si prese una bella sgridata per avergli impallato la vista. La signora Giovanna si infilò nel letto timorosa, si era spaventata della reazione di Antonio, che vedeva come un forsennato a maneggiare uno strano aggeggio che poi conobbe col nome di Joypad. Lei vedeva che c’era una partita di calcio in tv, ma in quel momento non connetteva che fosse un gioco e ogni volta che provava a parlare non aveva risposta, un po’ per la flebile voce, un po’ perché Antonio aveva le cuffie a tutto volume e quando parlava interloquiva con il suo avversario, ma la madre non poteva sentirlo.
Finita la partita, Antonio ne cercò un’altra e mentre la console di gioco cercava un avversario, lui si tolse le cuffie e spiegò alla madre che stava giocando ed essendo una partita contro un altro “umano” non poteva mettere in “pausa”. Lei non proferì parola se non “i calciatori sembravano veri…”
Finì lì, Antonio riprese a giocare e lei cominciò a leggere il suo libro.
Alle 23 era l’ora della pippa, incurante della presenza della madre, che nel frattempo si era addormentata con il libro in mano, Antonio fece partire un video porno, la domenica solitamente andava sul soft con film lesbici. Tirò fuori dal cassetto il lubrificante, ne versò un po’ sul cazzo e comincio a segarsi con passione non badando minimamente alla madre.
La signora Giovanna era in dormiveglia, percepiva dei leggeri movimenti del materasso, un rumore ritmico e sentiva uno strano profumo, cominciò ad aprire gli occhi, sul televisore vedeva delle figure muoversi, non erano i calciatori, erano donne… nude! Ballavano in mezzo a luci colorate e si toccavano, baciavano in maniera vistosa con la lingua in vista, mordicchiavano i capezzoli… poi un primissimo piano di una figa che veniva lentamente aperta da due dita e una lunga lingua che si infilava in mezzo a quelle due grandi labbra. La signora Giovanna ha la vista appannata, si gira verso il figlio, ha ancora le cuffie addosso, molto concentrato con lo sguardo fisso verso lo schermo e un braccio che lei vede muoversi. Con lo sguardo segue lentamente come fosse alla moviola la fine dell’arto, la mano di Antonio è stretta attorno al grande cazzo e si muove su e giù, la cappella violacea sembra esplodere, lui la accarezza per un po’, poi continua nel suo massaggio muovendosi ritmicamente, prima lentamente e poi via veloce. Giovanna urla:

“Gesù, Giuseppe e Maria!! Antonio!!!”

Il figlio nonostante le cuffie a tutto volume sente la madre, la guarda senza preoccuparsi minimamente della situazione, con la mano sinistra toglie un attimo dall’orecchio uno degli auricolari per sentire meglio e chiede quasi beffardamente:

“Che c’è mamma, ti senti male?”

“Antonio che fai col coso in mano?”

“Mi sto sparando una sega, non si vede?”

“…ma…ma…ci sono io qui!”

“Ah, non ho capito scusa, vuoi dire che mi vuoi tirare tu un bel raspone?”
“Aaaah! Cosa dici? Non volevo dire questo! Sei uno sporcaccione!! Fammene andare via!”

La signora Giovanna si alza in fretta e furia dal letto ed esce dalla stanza. Antonio in quel momento nota che la mamma quella sera era decisamente sexy, aveva cambiato vestaglia e si poteva notare meglio il suo culo e per la prima volta il suo seno, non aveva mai fatto caso alle poppe della madre.
La distrazione durò pochi secondi, poi Antonio continuò con la sua amata pratica onanista.
La povera mamma era agitata a tal punto che decise di prepararsi un’altra camomilla, nella speranza che una volta bevuta fosse tutto finito. Stare dietro i fornelli la rilassava, cercò di non pensare a nulla e di liberare la mente, si mise seduta e bevve con calma la bevanda appena preparata e meno agitata, ma non del tutto calma, si diresse verso la stanza del figlio. Aveva lasciato la porta semi aperta, si avvicinò e senza entrare sbirciò per vedere cosa succedeva.
Antonio non aveva ancora finito, con la mano sinistra soppesava e accarezzava i coglioni, mentre con la destra con molta maestria e lentezza continuava la sega, aumentò il ritmo, il respiro diventava più affannoso e gli ansimi più forti, lui non poteva ascoltarsi, ma la madre lo udiva benissimo e qualcosa in lei cominciava a sentirsi, forse si stava eccitando, erano anni che non provava simili emozioni. Poi accadde, dalla punta del pene del suo amato figliolo cominciò a sgorgare il seme del peccato e che getto! Le venne in mente i geyser che aveva visto in un documentario! Antonio teneva fermo il cazzo, schiena inarcata, viso da cui traspariva il godimento della venuta e lo sperma che schizzava impetuoso verso l’alto per poi colpirlo sulla pancia e il torace. Dopo il quinto schizzo, la sborra continuava a defluire lenta dall’uretra, Antonio stringeva il cazzo ancora duro e in tiro e muoveva la mano verso l’alto per far uscire il seme ancora all’interno del pene. Soddisfatto della venuta, spalmò tutta quella crema ancora calda sul corpo, si tolse le cuffie e si diresse nel bagno per farsi la doccia. La signora Giovanna, sentendo la porta chiudersi ebbe il coraggio di rientrare nella stanza, era in piedi sull’uscio, titubante sul da farsi, mentre sullo schermo scorrevano le immagini del video porno lasciato dal figlio. Nel frattempo Antonio aprì il rubinetto della doccia per farla scorrere un po’ prima di entrarci, aspettava sempre la temperatura giusta primi di infilarsi nella cabina. La madre sentendo il rumore dell’acqua si tranquillizzò e si sedette sul bordo del letto, dalla parte del figlio, prese le cuffie e le mise alle orecchie. Non cambiò molto l’esperienza visiva, parlavano in inglese e lei non capiva nulla di quello che si diceva, appurava solo che la clip in particolare era ambientata in una prigione femminile e la guardia donna si stava divertendo con una prigioniera. Utilizzava il lungo manganello nero toccandola dappertutto, glielo infilava anche in bocca e dopo averglielo fatto insalivare lo infilava nella fica fino a metà, poi lo toglieva e lo faceva leccare nuovamente in modo che la prigioniera sentisse il sapore dei suoi umori. Antonio stava per entrare in doccia, aprì la porta per vedere se nel frattempo la madre fosse tornata e con stupore si accorse che era intenta a guardare il video porno lesbico con indosso le cuffie, non si accorse neanche che lui la stava spiando. Non la trovò comunque a fare cose sconce, era solo molto presa da quella novità, così Antonio richiuse la porta e si fece la doccia.
La signora Giovanna guardava il video e si sorprendeva per ogni cosa che accadeva, una grande “O” di stupore si presento sul suo viso quando vide che il manganello della guardia finì nell’orifizio anale, più lo infilava dentro, più si stupiva come potessero fare roba del genere. Proprio nel momento più bello, cominciarono a sentirsi degli strani “bip” di allarme, la signora Giovanna andò nel panico, pensava avesse fatto qualcosa senza volerlo, dopo qualche secondo il video scomparve, altri “bip”, la tv si spegne, nel silenzio solo il rumore della doccia riecheggia nella stanza. Passato lo spavento, la signora Giovanna si toglie le cuffie, le posa sul comodino e fa il giro del letto per coricarsi dalla sua parte, si sistema per benino e, pensierosa, coprendosi con il lenzuolo si gira di lato. Dopo un paio di minuti esce dal bagno Antonio, vedendo la madre coricata, spegne tutte le luci rimaste accese ed entra anche lui nel letto, poi si avvicina alla madre dandole un bacio sulla guancia e dicendole che le vuole tanto bene.

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